Acoso moral: corrispettivo del mobbing in spagnolo.

Assedio moral: corrispettivo del mobbing in portoghese-brasiliano.

Bossing: è un mobbing verticale, dove a mettere in atto i comportamenti vessatori è il superiore. La finalità è quasi sempre espulsiva, per indurre il lavoratore alle dimissioni, senza correre i rischi e i costi legati a un licenziamento ingiustificato.

Bullying (tiranneggiare): molto diffuso in Inghilterra, indica i comportamenti vessatori di un singolo capo verso un suo sottoposto. Anche il bullying rientra nel mobbing di tipo verticale.

Burn Out: è quella condizione in cui si ha un esaurimento emotivo, una depersonalizzazione e senso di ridotta realizzazione personale che si può sviluppare in persone che per professione aiutano la gente. E' una reazione alla tensione emotiva cronica creata dal contatto con altri esseri umani, in particolare quando questi hanno problemi o motivi di sofferenza.

Coping: il concetto di coping, che può essere tradotto con "fronteggiamento", "gestione attiva", "risposta efficace", "capacità di risolvere i problemi", indica l'insieme di strategie mentali e comportamentali che sono messe in atto per fronteggiare una certa situazione.

Costrittività organizzativa: è un termine derivato da una circolare dell'INAIL del 2003 e raccoglie tutti quegli eventi produttivi di tensione che possono produrre danno, come la marginalizzazione dell'attività lavorativa, o l'eccessivo carico di lavoro

Danno biologico: è la lesione, in termini di invalidità permanente, dell'integrità psico-fisica del soggetto. Si misura in termini percentuali, secondo i parametri elaborati dalla medicina legale.

Danno esistenziale: è il danno arrecato al diritto «a condizioni di vita tali che la personalità dell'individuo si estrinsechi nel miglior modo possibile» (così Appello Torino 4 ottobre 2001). In altri ordinamenti, si direbbe la lesione del diritto alla felicità individuale. Sebbene vi sia ancora dibattito, la stessa Corte di cassazione ha ormai aperto la strada al suo riconoscimento (Cassazione 5 novembre 2002, n. 15449).

Danno morale: è la sofferenza soggettiva inflitta alla vittima dell'illecito. Ai sensi dell'articolo 2059 Codice civile e dell'articolo 185 Codice penale, non può essere riconosciuto, se non in presenza di reati.

Discriminazione diretta: vi è discriminazione diretta quando, a parità di situazione, una persona è trattata meno favorevolmente di un'altra a causa della propria origine razziale o etnica, della religione o della professione di fede, di una invalidità, dell'età o del proprio orientamento sessuale.

Discriminazione indiretta: si verifica quando una disposizione, un criterio o una pratica apparentemente neutrali in realtà discriminano le persone sulla base della loro origine razziale o etnica, della religione o della professione di fede, per una invalidità, per l'età o per il proprio orientamento sessuale, tranne nel caso in cui tale pratica possa essere giustificata obiettivamente da uno scopo legittimo.

Doppio mobbing: in un primo momento il sistema famiglia offre conforto e sostegno al mobbizzato, compensando così la situazione di squilibrio. Il doppio mobbing si verifica nel momento in cui il sistema familiare esaurisce le proprie risorse e, a protezione della propria integrità propria integrità, ritira il sostegno.

Employee abuse: termine inglese che nella traduzione italiana corrisponde ad abuso di potere, indica quell'insieme di comportamenti attuati da un superiore al di la delle proprie prerogative a danno di un sottoposto.

Harassement: in inglese "harassement in the workplace", "psychological terror", "work abuse", "victimization at work" contestualizzano al mondo del lavoro il fenomeno del mobbing.

Harcèlement moral: corrispettivo del mobbing in lingua francese
 
Mobbing: il termine mobbing è utilizzato soprattutto nella Psicologia del Lavoro per indicare la situazione di terrorismo psicologico sul luogo del lavoro, che raramente sfocia in atti di violenza fisica, frutto di sistematiche e ripetute angherie poste in essere, spesso con modalità subdole, dal datore di lavoro o da un superiore gerarchico (mobbing verticale) o dai colleghi di lavoro di pari livello (mobbing orizzontale) oppure dai subalterni (mobbing dal basso verso l'alto) nei confronti di un determinato lavoratore con l'evidente scopo di emarginarlo, isolarlo ed indurlo infine alle dimissioni, o quanto meno, ad esautorarlo delle funzioni esercitate.

Proponiamo le definizioni di alcuni studiosi del fenomeno:

  • Leymann
    Il terrore psicologico o mobbing lavorativo consiste in una comunicazione ostile e non etica diretta in maniera sistematica da parte di uno o più individui generalmente contro un singolo che, a causa del mobbing, è spinto in una posizione in cui è privo di appoggio e di difesa e lì costretto per mezzo di continue attività mobbizzanti. Queste azioni si verificano con una frequenza piuttosto alta (almeno una alla settimana) e su un lungo periodo di tempo (durata di almeno sei mesi).
  • Walter
    Walter descrive il fenomeno in modo molto diretto, indicando un conflitto dove tutti perdono, col tempo il conflitto va avanti solo per motivi irrazionali ed emotivo-personali, ognuno dei partecipanti ritiene l'altro responsabile dell'escalation del conflitto e si rifiuta di porre il conflitto su un piano razionale, rimanendo sulla propria posizione emotiva percepita come giusta e non cercando più alcuna soluzione o compromesso.
  • Casilli
    Il mobbing è un sistema di organizzazione produttiva dell'attività umana, consistente in una successione di episodi traumatici correlati l'uno con l'altro e aventi come scopo l'indebolimento delle resistenze psicologiche e la manipolazione della volontà del soggetto mobilizzato.
  • La Msf Union (sindacato inglese dei lavoratori del settore della manifattura, scienza e finanza), definisce il mobbing o bullying lavorativo:
    pratica persistente di danni, offese, intimidazioni o insulti, abusi di potere o ingiuste sanzioni disciplinari che induce in colui contro il quale è indirizzata sentimenti di rabbia, minaccia, umiliazione, vulnerabilità, che mina la fiducia in se stesso e può causare malattie da stress.
  • H. Ege (prima definizione)
    Con la parola Mobbing si intende una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte di colleghi, o superiori.
  • H. Ege (recente definizione)
    Il Mobbing è una guerra sul lavoro in cui, tramite violenza psicologica, fisica e/o morale, una o più vittime vengono costrette ad esaudire la volontà di uno o più aggressori. Questa violenza si esprime attraverso attacchi frequenti e duraturi che hanno lo scopo di danneggiare la salute, i canali di comunicazione, il flusso di informazioni, la reputazione e/o la professionalità della vittima. Le conseguenze psicofisiche di un tale comportamento aggressivo risultano inevitabili per il mobilizzato.


Mobbing orizzontale: l'azione discriminatoria è messa in atto dai colleghi nei confronti del soggetto colpito.

Mobbing verticale: vedi "bossing".

Mobbing individuale: descrive una situazione in cui oggetto delle vessazioni è il singolo lavoratore.

Mobbing collettivo: indica che gli atti discriminatori colpiscono gruppi di lavoratori. In questa tipologia possono rientrare i casi di ristrutturazioni aziendali, prepensionamenti, cassa integrazione.

Mobbing dal basso sia individuale che collettivo: viene messa in discussione l'autorità di un superiore.

Mobbing emozionale: si scatena tra singole persone, più frequentemente tra capo e collaboratore (bossing), ma anche tra colleghi (mobbing orizzontale).

Mobbing sessuale: indica attenzioni non volute, verbalmente offensive e aggressive.

Mobbing strategico: forma di pressione psicologica esercitata strategicamente dalle imprese (prevalentemente private), per promuovere l'allontanamento dal mondo del lavoro di soggetti diversamente "scomodi".

Mobbizzato: il lavoratore-oggetto delle azioni mobbizzanti, colui che subisce le persecuzioni vessatorie.

Mobber: colui che agisce il comportamento del mobbing; è spesso identificato anche con il termine di aggressore o persecutore.

Molestia sessuale: La molestia sessuale può essere costituita anche da un solo atto, il mobbing deve essere sistematico. Il molestatore ha, nei confronti della vittima, un chiaro intento libidinoso, il mobber può tendere a dare fastidio, punire, denigrare, espellere. In sostanza la molestia sessuale è una manovra di avvicinamento, il mobbing è una strategia di allontanamento.

Schikane am Arbeitsplatz, Psycho-Krieg am Arbeitsplatz: corrispettivo del mobbing in tedesco.

Side-mobber: vedi "spettatori"

Spettatori: vengono indicati con tale termine tutti coloro che assistono a comportamenti di mobbing: gli stessi anche definiti side-mobber, si possono distinguere in spettatori attivi, quando si fanno corresponsabili di azioni vessatorie affiancandosi al mobber, e spettatori passivi, nei casi in cui si pongano in una situazione di neutralità, che al di la dell'apparenza, rinforza il perpetrarsi delle vessazioni.

Stalking: è un termine inglese (letteralmente: perseguitare) che indica una serie di atteggiamenti tenuti da un individuo che affligge un'altra persona, spesso di sesso opposto, perseguitandola ed ingenerando stati di ansia e paura, che possono arrivare a comprometterne il normale svolgimento della quotidianità. La persecuzione avviene solitamente mediante reiterati tentativi di comunicazione verbale e scritta, appostamenti ed intrusioni nella vita privata.

Straining: situazione di stress forzato sul posto di lavoro, in cui la vittima subisce almeno una azione che ha come conseguenza un effetto negativo nell'ambiente lavorativo, azione che oltre ad essere stressante è caratterizzata da una durata costante.

Stress: condizione nella quale un organismo si trova quando deve adattarsi ad un cambiamento, ad una nuova situazione che gli viene imposta. Si distinguono 2 tipi di stress: 1) EUSTRESS (serve a rendere le persone in grado di aumentare la capacità di comprensione e concentrazione, di decidere con grande rapidità, di avere a disposizione l'energia necessaria ad agire, a combattere e così via; 2) DISTRESS (continuo, cronico e devastante che, quando raggiunge soglie intollerabili per l'individuo, porta ad un vero e proprio sconvolgimento biochimico e muscolare).

Stress legato all'attività lavorativa: si manifesta quando le richieste dell'ambiente di lavoro superano la capacità del lavoratore di affrontarle (o combatterle).

Stressor: stimolo psichico, biologico, psicologico ed emozionale con potenzialità di indurre stress.

Valutazione del rischio: valutazione globale della probabilità e della gravità di possibili lesioni in una situazione pericolosa per scegliere le adeguate misure di sicurezza.