Il mobbing è una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente ed in costante progresso in cui una o più persone vengono fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più aggressori in posizione superiore, inferiore o di parità con lo scopo di causare alla vittima danni di vario tipo o gravità.
Il mobbizzato si trova nell'impossibilità di reagire adeguatamente a tali attacchi e a lungo andare accusa disturbi psicosomatici, relazionali e dell'umore che possono portare anche a invalidità psicofisica permanente

Il mobbing è riferito ad ambienti di lavoro: l'attività lavorativa impegna molte ore della nostra vita ed è fondamentale nello sviluppo della personalità e per la realizzazione dei nostri bisogni.
 
Lo stress legato all'attività lavorativa si manifesta quando le richieste superano la capacità ad affrontarle, se le pressioni diventano eccessive si possono vivere situazioni di grande disagio che portano spesso a malessere che influenza anche la vita esterna al lavoro.
 
Il mobbing nasce in un clima di lavoro dove l'organizzazione e la comunicazione dell'azienda non sono attente al benessere organizzativo.
Possono esserci motivi emozionali, ad esempio quando un cattivo rapporto interpersonale viene portato all'eccesso, e l'omertà e connivenze ne permettono lo sviluppo.
Per ragioni strategiche, dove la direzione dell'azienda cerca di allontanare dei lavoratori con un fine utile, si pensi alle fusioni o all'allontanamento per età o per avere lavoratori a contratti più vantaggiosi.
 
Secondo l'ISFOL (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro) sono circa un milione e mezzo i lavoratori italiani vittime di mobbing (su 21 milioni di occupati);
È più frequente al nord, colpisce maggiormante le donne e chi lavora nella pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda la durata, nel 40% dei casi questa è compresa tra uno e due anni e nel 30% dei casi supera i due anni e nel 27% invece va da sei mesi ad un anno.
Maggiore frequenza nelle persone che investono molto nell'attività lavorativa.
Spesso donna di età superiore a 35 anni.
 
Quando la vittima delle azioni vessatorie, con il perdurare del tempo, inizia ad aver esaurito la capacità di difesa può accusare disturbi psicosomatici e relazionali.
Le principali reazioni delle persone riguardano:
  • il tono dell'umore
  • la salute
  • il lavoro
  • la professionalità

Soggetti coinvolti nel mobbing:

- il MOBBER (agressore) è colui che esercita il mobbing.
- il MOBBIZZATO (vittima) è colui che subisce il mobbing
- i SIDE/CO MOBBER sono quelle persone che possono agire come:
  • complici: favoriscono attivamente il mobbing
  • spettatori: non intervengono rendendo così possibile il conflitto
  • oppositori: cercano una soluzione per aiutare la vittima o non accettano il clima di tensione e di conflitto creatosi

Quali sono le situazioni che producono disagio?

Alcuni esempi:
  • Danni all'immagine di sé, quali offese, intimidazioni, calunnie, insulti, diffusione di notizie riservate, insinuazioni su problemi psicologici o fisici della persona o ogni altra azione di discredito della persona, nonché i rimproveri ingiusti e pubblici.
  • Danni alla professionalità dell'individuo, quali minacce di licenziamento, dimissioni forzate, trasferimenti immotivati, discriminazioni salariali, pregiudizio delle prospettive di progressione di carriera, ingiustificata rimozione da incarichi già affidati, attribuzione di mansioni improprie, azioni che creano demotivazione o sfiducia nella persona, scoraggiando il proseguimento della sua attività.
  • Tentativi di emarginazione ed isolamento, quali cambiamento indesiderato delle mansioni o dei colleghi di lavoro con intento persecutorio, limitazioni della facoltà di espressione o eccessi di controllo.

 

Cosa NON è mobbing?

Il mobbing è un fenomeno complesso che si compone di azioni illecite e lecite. NON è quindi da considerarsi mobbing una sola azione, oppure una situazione lavorativa di stress forzato per un breve periodo di tempo.

Non è mobbing:

  • un litigio/discussione
  • un insulto
  • un pettegolezzo
  • un trasferimento
  • il licenziamento/demansionameto
  • la violazione dei diritti dei lavoratori
  • una molestia sessuale


L'ambito in cui per definizione si colloca il mobbing è quello lavorativo e quindi non sono da considerarsi fenomeni di mobbing:

  • Un conflitto generallizzato
  • Il bullismo
  • Un problema familiare


Le conseguenze per la salute di chi subisce mobbing possono essere:

  • Disturbi psicosomatici: cefalea, tachicardia, gastroenteralgia, dolori osteoarticolari, opressione toracica, disturbi dell'equilibrio, diminuzione della libido
  • Disturbi emozionali: tensione, disturbi del sonno e dell'umore (ansia e depressione)
  • Disturbi comportamentali: anoressia, bulimia, abuso di alcolici, farmacodipendenza, fumo, forme di violenza auto ed etero diretta
  • Patologie psichiatriche: sindrome ansioso depressiva, disturbo dell'adattamento e disturbo post-traumatico da stress

Cosa fare?

  • Non pensare di abbandonare il posto di lavoro, soprattutto se non si ha ancora una valida alternativa di occupazione.
  • Reagire agli attacchi. Si deve cercare di rispondere ai tentativi di violenza in modo calmo, ma chiaro e deciso.
  • Tenere un diario. Raccogliere tutte le prove possibili del presunto mobbing: note scritte con ordini di servizio (con eventuale demansionamento, trasferimenti ecc.), e-mail con i colleghi e i propri responsabili, registrazioni (di presunte molestie sessuali, minacce di trasferimento o licenziamento, ecc.) e qualsiasi altro materiale scritto che attesti una determinata situazione. Anche una mancata risposta ad una domanda fatta per iscritto può essere una prova della degenerazione dei rapporti. Annotare le date delle situazioni e dei comportamenti molesti.
  • Fare un dettagliato e cronologico resoconto dei sintomi psichici e fisici accusati e imputabili al presunto mobbing.
  • Recarsi tempestivamente presso le strutture pubbliche per la diagnosi e le cure del caso (Centri per l'orientamento Regionale di Verona e SPISAL).
  • Raccogliere qualsiasi documentazione medica.
  • Un periodo di cura e di riposo è utile perché permette di allentare la tensione psicologica.
  • Prestare attenzione ai tempi di astensione dal lavoro per malattia.
  • Rivolgersi a un legale, o a chi può tutelarvi dal punto di vista legale e contrattuale. Se all'origine del disagio ci sono discriminazioni di genere o molestie sessuali, alla Consigliera di Parità Provinciale.

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